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mercoledì 21 aprile 2010

Grande apertura sulle intercettazioni, ma ai criminali

L'emendamento sulle intercettazioni consegnato alla commissione Giustizia del Senato mette in evidenza una grande apertura da parte di questo Governo. Una grande apertura alla criminalita' organizzata.

I parlamentari diventano il punto di riferimento dei delinquenti e non dei cittadini perbene. Viene creata una riserva indiana per i parlamentari. Oggi permettono a tutti quelli della criminalità organizzata di avere come referente un parlamentare, così le intercettazioni non valgono più. Anche se confessa un omicidio, se c'è un parlamentare, nell'intercettazione, ci vuole un'autorizzazione del Parlamento, e la Camera si guarderà bene da dare il via libera. Oggi io aiuto te e domani tu aiuti me: tra destra e sinistra non hanno mai dato l'autorizzazione a procedere.

La proposta di oggi, quindi, la ritengo ancora più grave della precedente, perché con questi emendamenti si mette un bavaglio definitivo alla stampa: addirittura si puniscono i giornalisti, che fanno il loro mestiere. Bisogna punire invece chi rende noto, chi viola il segreto istruttorio e non il giornalista che svolge la propria funzione.
Con questo emendamento il Governo ha inferto un altro colpo al sistema giustizia. Non si capisce per quale ragione per una persona che non è parlamentare, e che può occultare tutte le prove e realizzare reati, si debba chiedere l'autorizzazione ad intercettare. A questo punto, la criminalità organizzata potrà scegliersi i suoi adepti, il parlamentare più adatto, punto di contatto tra criminali che così non parleranno più tra di loro ma per interfaccia. Volendo fare un esempio: se due mafiosi vogliono scambiarsi delle informazioni basterà che a fare da tramite ci sia un parlamentare. Per essere ancora più chiari: se Totò Riina vuole mandare un messaggio a Provenzano basta che si rivolga al parlamentare mafioso di turno. Così, questi potrà essere l'anello di congiunzione con la criminalità. E' chiaro che per il parlamentare sarà più facile avere come punto di riferimento la criminalità.
Queste sono le prove tecniche del regime. Queste disposizioni mettono seriamente a rischio l'articolo 21 della Costituzione. Il ddl voluto fortemente da Berlusconi prevede diversi anni di carcere per chi svolge di mestiere di giornalista e dovrebbe essere un 'cane da guardia' della democrazia. In questo modo da cane da guardia diventerebbe una pecora.
Noi dell'Italia dei Valori siamo accanto ai giornalisti e ci mobiliteremo con la Fnsi, scendendo in piazza il 28 aprile, per protestare contro questo scempio del diritto e attentato alla Costituzione.


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sabato 10 aprile 2010

Un referendum per ogni legge ad Silvium

Il legittimo impedimento è legge dello Stato. Il presidente della Repubblica ha firmato e noi ne prendiamo atto. Non abbiamo mai mancato di far conoscere la nostra opinione ma, a questo punto, credo sia doveroso andare oltre ed interrogarsi sulle risposte politiche da dare al Paese.

L’unica risposta possibile per noi, al momento e nelle condizioni date, è rispondere con un referendum ad ogni legge scellerata che questo governo propinerà al paese. Se questo governo e questa maggioranza proporranno altre dieci, cento, mille leggi ad personam, noi proporremmo altri dieci, cento, mille referendum per dire no. Lo devono capire anche i nostri amici alleati e glielo diciamo chiaramente.

Se, solo per un istante, abbassiamo la guardia e lasciamo passare indenni i continui strappi e le ennesime spallate ai valori di giustizia, libertà, uguaglianza che questo governo con la faccia tosta che si ritrova infligge al paese, ci giocheremo per sempre i valori fondanti della nostra democrazia e del nostro Paese. Se smetti, anche solo una volta, di difendere i principi in cui credi, li hai buttati via per sempre. E’ l’anomalia Berlusconi che ci obbliga a farlo.

E’ il suo modo di concepire la politica, ponendo gli interessi privati davanti a quelli pubblici, l’esatto opposto del concetto di buon governo che abbiamo in mente noi di Italia dei Valori, che ci obbliga a farlo. Altre mostruosità giuridiche ci attendono dietro l’angolo, in agguato.

Alcune di queste già bussano alla porta e mi riferisco al presidenzialismo di stampo sudamericano che ha in mente Silvio e alla sua ossessione di porre i pm sotto il controllo dell’esecutivo. Alfano e Ghedini sono già al lavoro per studiare il nuovo lodo in veste costituzionale e per legare le mani dei pubblici ministeri.

Ebbene, per ogni legge ad silvium che c’è dietro l’angolo, ci sarà un referendum di IdV a sbarrargli la strada: i valori ed i principi fondanti della nostra democrazia per noi non sono in vendita e li difenderemo con le unghie e con i denti.

Autore: Massimo Donadi
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